Inizio questo articolo senza voler favorire e ne tantomeno sposare tesi che sostengono l’ATM fonte di scoliosi o il contrario cioè che l’ATM nulla ha a che fare con il decorso di una scoliosi sia essa di natura funzionale o strutturale, ma mettere in evidenza alcune impressioni sull’argomento e conseguentemente cercare di trarne qualche conclusione che possa farci riflettere sul da farsi.
La citazione: Siamo costretti a riconoscere che l’occlusione dentale non è l’obbiettivo più importante delle nostre ricerche. Visto che molti di questi problemi derivano maggiormente da una tonicità abnorme dei muscoli interessati, si deve pensare che l’occlusione sia qualcosa di più di una relazione dente a dente.
Vediamo che una cattiva relazione tra le mascelle si ripercuote sull’intero sistema neuromuscolare interessato nelle varie funzioni statiche e attive delle strutture della testa, del collo e delle spalle dei pazienti.
Occlusione significa ora relazioni di tutte le parti dell’apparato dentale: mascelle, muscoli, articolazioni e tutte le strutture circostanti, non solo i denti.
Bisogna prendere in considerazione il rapporto dell’apparato dentale con ciò che lo circonda e studiare ulteriormente le funzioni delle varie parti.
La relazione delle strutture è naturalmente, un concetto strutturale e, dal momento che postura ed equilibrio sono di norma ortopedica è stato scelto il termine “ortopedia orale” per descrivere l’intera disciplina.
- Da Myron E. Lieb, “Oral Ortopedics,” in Clinical Manegement of Head, Neck and TMJ Pain and Dysfuction, ed Harold Gelb ( Philadelpia: W.B. Saunders Co. 1977).
1° Tesi: Molti sostengono che una malocclusione può causare sbilanciamento dei muscoli masticatori, che a loro volta disturbano l’apparato stomatognatico e alterano la postura, provocando infine dolore alla parte inferiore della schiena nonché scoliosi di tipo funzionali che a lungo andare possono trasformarsi in vere e proprie scoliosi strutturali.
2° Tesi: Molti sostengono il contrario, ossia che un disturbo posturale con meccanica di tipo ascendente possa influenzare l’equilibrio della catena cinetica, fino a compromettere l’apparato stomatognatico e generare a lungo andare una malocclusione.
3° Tesi: Molti sostengono che risulta imprevedibile quanto impossibile che una disfunzione dell’ATM o una malocclusione possa interagire sulle catene cinetiche inferiori per un meccanismo di tipo discendente, in quanto la caratterizzazione di un bambino a predisposizione disfunzionale, parte sempre e comunque dal basso verso l’alto, per un concetto semplice ed elementare, le maggiori evidenze scoliotiche nei bambini si evidenziano nei primi anni di vita, ed esattamente subito dopo avere imparato a camminare.
Molti sostengono…., chi meno chi più ha le sue ragioni, e tutti con ricerche scientifiche effettuate, a questo punto chi a ragione su chi? e perché?
Ebbene dire che queste tesi sposano anche un discorso economico-commerciale, per quante sono le figure che ruotano intorno a questo argomento, sarebbe bene considerarlo e magari realizzare un buona ricerca scientifica sugli aspetti economici legati alla Postura da malocclusione e Disfunzione dell’ATM.
Torniamo un po’ alla citazione “Vediamo che una cattiva relazione tra le mascelle si ripercuote sull’intero sistema neuromuscolare interessato nelle varie funzioni statiche e dinamiche delle strutture della testa, del collo e delle spalle dei pazienti.”, in questo passo notiamo come si sia specificato nel particolare le strutture che entrano in gioco, ma ancor di più si specifica nella citazione “dal momento che postura ed equilibrio sono di norma ortopedica è stato scelto il termine ortopedia orale”, anche in questo caso si tende a mantenere un profilo molto specialistico della materia e cioè: ortopedia orale, tutto questo per evitare speculazioni sul tema.
Quale sarà la spiegazione di tale specifica?
Cerchiamo di dare una risposta semplice: la testa, la colonna cervicale, la mandibola, l’osso ioide, e il cingolo scapolare con i loro muscoli e le loro articolazioni formano una catena cinetica chiusa, di conseguenza tutto ciò che avviene in questo settore del nostro corpo, inizia e finisce in quel settore, disfunzioni, intrappolamenti, rotazioni e contrazioni devono per forza di cosa ripercuotersi l’uno su l’altro senza possibilità di propagarsi all’intero sistema scheletrico, infatti il solo movimento masticatorio se non fosse a catena cinetica chiusa si riverserebbe in maniera distruttiva su tutto l’apparato locomotore, è per questo motivo che anche quando ci troviamo di fronte a gravi problematiche di questo apparato, spessissimo non ritroviamo lesioni in altre parti del corpo, infatti nel complesso schema della masticazione i muscoli coinvolti sono in continuo scompenso, vuoi per malocclusioni, vuoi per disfunzione degli pterigoidei, dei muscoli ioidei, del recettore paradontale, etc, etc.
Tutto questo crea la necessità di equilibrare in maniera ottimale le risposte del gruppo muscolare del tratto cervicale posteriore, uno squilibrio mandibolare da destra a sinistra crea in primis un meccanismo di scompenso nella testa che a sua volta non essendo più bilanciata va a stimolare i propriocettori dell’equilibrio, intanto il riflesso labirintico innervato dall’ 8° nervo cranico, potrebbe essere influenzato e aggravare la posizione di sbilanciamento del capo generando disturbi all’intera catena cinetica chiusa dei muscoli cervicali, che a loro volta iniziano a trazionare sull’occipite creando delle lesioni craniali, ma il tutto sempre ben racchiuso nella stessa catena cinetica chiusa del complesso testa-collo, e tutte le disfunzioni e le lesioni che si instaureranno rimarranno comunque confinate in tali aree, fino a risoluzione attraverso normalizzazione.
A quanto sopra detto bisogna premettere che essendo noi soggetti altamente compensati per natura, e normalmente collegati e funzionali all’unisolo con tutti gli apparati, è normale che si possa attribuire qualsiasi scompenso a cause che nulla hanno a che fare con tale problema, è anche vero che si possono instaurare invece, meccaniche di tipo ascendente che vanno a modificare l’assetto dell’ATM e creare disfunzioni cranio-mandibolare che possono portare lesioni in tali strutture.
Per cui quando l’apparato stomatognatico viene considerato nel suo aspetto più ampio, come è stato fatto da Shore, vengono interessate tutte le strutture dal cingolo scapolare in su, nella maggior parte dei casi di squilibrio, solo una parte avrà bisogno di essere corretta per poter riportare in equilibro l’intero apparato, la chiave sta nell’individuare da parte dell’osteopata la lesione primaria nella prima fase dell’esame, senza andare a cercare collegamenti almeno inizialmente, che non condizionano l’apparato stesso, di conseguenza eseguire normalizzazioni lontano dalla lesione possono potenzialmente creare dei compensi ancora maggiori andando a sbilanciare apparati che nulla hanno a che fare con la disfunzione in essere.
Infine non dimentichiamoci che le lesioni dell’ apparato cranio-stomatognatico, sono di per se già tante, tra le quali:
Discinesie facciali, Asimmetria facciale, Otalgia, Scarso equilibrio, Sintomi respiratori, Alta o bassa pressione del sangue, Visone offuscata, Lacrimazione , Sincinesia facciale, Disturbi della fonazione, Diplopia, Squilibrio dei muscoli masticatori, Tic facciali, Ronzii, Cefalea , Bocca asciutta, Disturbi endocrini, Dolore ATM, Serramento, Cadute denti, Parodontite, Bruxismo, Schiocchi o click della mandibola, Disagi nella masticazione e l’elenco non è esaustivo, per cui prima di associare a tutto ciò altre lesioni sarà meglio fare un buon esame del tratto cranio-cervicale, infatti disturbi a carico del rachide cervicale dovrebbero essere strettamente associati all’apparato stomatognatico, dato che come abbiamo già detto alcuni muscoli posturali sostengono la colonna cervicale, ciò si manifesta con ricorrenti sublussazioni o fissazioni cervicali, quando si osserva una cifosi cervicale ai raggi X, è quasi sempre secondaria a squilibri dei muscoli posturali dell’apparato stomatognatico.
Oltremodo è sempre consigliabile lavorare in sintonia con un medico ortopedico e un medico dentista.
E’ giusto e sacrosanto rispettare le posizioni di tutti sull’argomento e sono consapevole che a ragione o a torto ognuno deve agire secondo le proprie convinzioni, come tante altre volte ho già ribadito, la collaborazione e la condivisione è fonte primaria di conoscenza, invito sempre i colleghi osteopati che hanno avuto esperienze in tal senso a farci partecipi del loro sapere ed accrescere in noi tutti, le modalità di intervento su tali problematiche.