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Mercoledì, 02 Settembre 2015 16:50

Le fobie come trattarle in Osteopatia

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fobie

Una fobia è una paura irrazionale e può essere connessa a quasi tutti i fattori ambientali di un individuo e delle sue attività quotidiane. La caratteristica principale della fobia è la paura irrealistica o sproporzionata di una qualsiasi situazione la quale provoca una stato d’ansia, tanti terapeuti sviluppano protocolli di trattamento proprio diretti alla componente che produce ansia, questo ci fa capire che si andrà ad agire sulla personalità del paziente o attraverso terapie psicologiche o farmacologiche, possiamo però approcciare diversamente lo status fobico, collocando lo stato d’ansia che la fobia produce ad una funzione strutturale, viscerale o craniale e non ad una deviazione della personalità dell’individuo, con questo possiamo dire che molti problemi mentali sono spesso dovuti ad una funzione fisiologica alterata.

Il pioniere di questo nuovo metodo e stato Callahan, che ne suo libro “Five Minute Phobie Cure”, descrive come attraverso un trattamento di 5 minuti si possono superare fobie che hanno condizionato la vita di una persona per anni, in questo caso Callahan si avvale di test muscolari per determinare in che modo il sistema neuromuscolare di un individuo reagisca ad affermazioni verbali che si riferiscono alla probabile fobia, è normale che questo metodo presuppone una conoscenza della kinesiologia applicata che sicuramente può essere indicativa ma non risolutiva.

L’approccio osteopatico si rileva invece altamente indicato in questo tipo di trattamento in quanto come sopra ripotato esso agisce su tre componenti fondamentali:

La Strutturale, per ridurre tutte le disfunzione articolari che a lungo andare creeranno un disagio che si rifletterà sulle componenti neuronali.

La Viscerale, per interpretare tutti i segnali che i visceri ci inviano attraverso i punti di Chapman.

La Cranio-Sacrale, per ridurre lesioni che vanno ad influenzare la dura madre attraverso l’area sfenoide-occipitale.

Proprio quest’ultima tecnica ci permette di stimolare il liquido cerebrospinale, che come dice il Dott. Sutherland, è più rilevante del liquido arterioso, venoso e linfatico, infatti se prendiamo in esame l’infundibulo che si porta al corpo dell’ipofisi passa al di sotto del pavimento del terzo ventricolo fino ad arrivare nella cisterna interpeduncolare, una membrana durale molto resistente che circonda la porzione inferiore dell’infundibulo ed ancora fermamente il corpo ipofisario alla sella turgica. Il fatto che tale corpo sia ancorato fermamente indica che esso contribuisce a generare la mobilità articolare basilare, funzionando come un meccanismo ad ingranaggio o quello di una forza motrice, ipoteticamente durante l’inspirazione, quando il terzo ventricolo si dilata a forma di V, il suo pavimento solleva o sposta il corpo ipofisario per mezzo dell’infundibolo e poiché il corpo ipofisario è fermamente ancorato alla sella turgica, lo sfenoide subisce mobilità, questa mobilità influenza lo status del sistema nervoso.

Attraverso metodiche osteopatiche possiamo trattare fobie, che altrimenti verranno trattate con l’uso di farmaci i quali indurranno dipendenza e di conseguenza notevoli disagi per il paziente.

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