Cirillo Miriani
Tecnica ad energia muscolare pulsata
Esiste un'altra variazione, potente e utile, nell'ambito della tecnica ad energia muscolare.
Si tratta della tecnica ad energia muscolare pulsata, nota con il nome di metodo di rotazione oculare resistivo, descritto per la prima volta dal medico osteopata TJ Ruddy negli anni 60.
Questo semplice metodo è molto utile, dato che riesce a indurre numerosi cambiamenti allo stesso tempo, comprendenti il rifornimento nervoso locale, il miglioramento nella circolazione e nell'ossigenazione dei tessuti, la riduzione della contrazione.
Tale metodo per avere successo, dipende interamente dagli sforzi pulsati leggeri, senza esitazione o scatti, esercitati dal paziente insieme al proprio osteopata.
La tecnica è stata rivisitata e riadattata dal Prof. Cirillo D.O. Miriani, su un gruppo di pazienti che hanno avuto un notevole miglioramento, il protocollo può essere richiesto a info@osteomedicina , solo dai soci A.I.O.M.
Ad ognuno il suo compito
In tutte le scuole di osteopatia viene insegnato come riconoscere ed intervenire nella sindrome dello stretto toracio, sicuramente importante ma ancor più importante è saper riconoscere, la sindrome dello stretto toracico superiore con coinvolgimento vascolare che, può essere differenziata dalla radicolopatia cervicale grazie all'assenza di debolezza muscolare a riposo. Una grave sindrome dello stretto toracico superiore con coinvolgimento arterioso può essere il risultato della formazione di un aneurisma dell'arteria succlavia ed è più comunemente causata dalla presenza di una costa cervicale.
La visita deve evidenziare polsi asimmetrici negli arti superiori, con soffio sopraclavicolare, i pazienti possono lamentare un affaticamento muscolare.
Un improvvisa progressione dei sintomi, insieme a un dolore ischemico o un ulcerazione delle dita, può essere segno di embolo arterioso che potrebbe provocare la perdita dell'arto.
Per quanto sopra detto stare sempre attenti a questi segni clinici, nell'eventualità di un riscontro, indirizzare il paziente al proprio medico curante, evitando qualsiasi tipo di normalizzazione, a ciascuno il suo lavoro.
Poteri della luce
Per cominciare, ecco un estratto da una relazione presentata da Kate W. Baldwìn a un seminario della Società Medica della Pennsylvania e riprodotta dal "The Atlantìc Medicaljournal" (aprile 1927): Da secoli gli scienziati dedicano i loro sforzi alla scoperta di mezzi per lenire o curare le malattie e per riportare alla normalità le funzioni organiche. Nella luce e nel colore, che sono spesso trascurati, si cela un potenziale più efficace di quello dei farmaci o dei sieri.
Il corpo nel suo insieme funziona perfettamente solo se ogni singolo organo è sano. Quando i! funzionamento della milza, del fegato o di qualunque altro organo si abbassa al di sotto della norma significa che i laboratori del corpo non hanno prodotto le sostanze necessarie.
Le cause possono essere due: la presenza di qualche disordine nel meccanismo interno, o la mancanza di alcuni elementi indispensabili. Perché il corpo possa assorbire gli elementi basilari, è necessario che questi vengano separati dalle scorte.
La relazione continua: Ciascun elemento chimico, se viene opportunamente eccitato, emette un'onda di un colore specifico.
Quella prevalente dell'idrogeno, per esempio, è il rosso, quella dell'ossigeno è il blu.
La luce solare, entrando in contatto con il corpo, è scomposta nei colori dello spettro e nelle loro combìnazioni, proprio come succede quando la luce bianca attraversa un prisma.
Tutti i colori nella parte rossa dello spettro sono più o meno stimolanti, mentre quelli nella parte blu hanno un effetto rilassante.
Ogni colore è composto da diverse sfumature, e ognuna è prodotta da una lunghezza d'onda leggermente diversa. Come, combinando le onde sonore, si producono armonie o dìsarmonìe, così si possono combinare le onde di colore ricercando, attraverso l'opportuno accordo, un'armonia finale ...
Il colore è il sistema terapeutìco più semplice e accurato che sia mai stato elaborato, garantisce risultati più rapidi e efficaci di tutti gli altri metodi e con minor disagio per il paziente. In molti casi, si è assistito alla ripresa delle funzioni organiche dopo il fallimento di tutti gli altri metodi.
Questo studio ci pone di fronte ancora una volta come la scienza olistica possa infuenzare cosi tanto il nostro organismo, utilizzando ciò che l'uomo ha sempre avuto a disposizione da millenni, la natura in tutte le sue forme.
Ogni osteopata dovrebbe poter nei limiti del possibile operare in uno studio cromoterapico e suonoterapico, due aspetti, occhi e orecchie che ci rilassano o ci attivano a secondo dei suoni che ascoltiamo e dei colori che vediamo, questo modo di fare osteopatia "che credo sia gia operativo in alcuni centri", sicuramente comporta un influenza in più nell'approccio al paziente che decide in un trattamento di tipo osteopatico.
Il dolore non va incontro a fenomeni di adattamento
La sensazione dolorifica non è suscettibile di adattamento: fintanto che dura lo stimolo, persiste la sensazione dolorosa. Inoltre, una volta instaurato su un certo livello di eccitazione nervosa tramite stimoli ripetuti, il dolore può essere evocato anche da stimoli usualmente insufficienti a evocarlo. Esiste quindi una sorta di "memoria neuronale" per quanto riguarda gli stimoli dolorìfici, riconducibile a sistemi che vedono implicato il glutammato come mediatore e la sua azione sui recettori NMDA.
Inoltre, alcune strutture centrali, come ad esempio le corna posteriori del midollo spinale o il talamo, se stimolate cronicamente con impulsi dolorifici possono attivarsi in modo autonomo, possono cioè andare incontro a un fenomeno di "kìndling" e rimanere attivate anche dopo l'interruzione degli stimoli periferici.
Chi comanda su chi?
Un caro amico Osteopata, in una discussione sulle cellule a specchio, scoperta fatta da Giacomo Rizzolatti e dal suo team di ricerca, che fa capo all’Università di Parma, consiste nell’individuazione di cellule cerebrali caratterizzate da un’ elevato grado di astrazione, appunto i neuroni-specchio.
Uno dei loro esperimenti più geniali fu quello di munire alcune scimmie di pinze da escargot, quelle fatte in modo tale che per afferrare un oggetto con esse occorre rilasciarle, mentre contraendole si aprono. Applicando elettrodi al cervello delle scimmie in questione si è visto con chiarezza che, quando i primati afferravano un oggetto per mezzo delle pinze, si attivavano nel loro cervello gli stessi neuroni-specchio chiamati in causa quando effettuavano la stessa azione con le mani. Dunque, i gruppi di neuroni non sono semplicemente in relazione al compimento di un gesto, ma agiscono a un livello di astrazione più alto, collegato con l’intenzione reale che presiede all’azione.
Altri esperimenti hanno condotto alle stesse conclusioni: ad esempio, condizionando le scimmie a compiere il medesimo atto (afferrare del cibo) per scopi diversi (metterlo in un contenitore oppure mangiarlo), i gruppi di neuroni che si attivavano erano differenti, è da questa specializzazione del funzionamento dei neuroni, secondo Rizzolatti, che dipende una delle più importanti capacità del nostro cervello, cioè quella di prefigurare le azioni che compiremo in un futuro prossimo.
Nell’andare avanti a discutere di quanto il cervello fosse sotto tutti gli aspetti un qualcosa di veramente geniale che la natura ci abbia regalato, l’amico osteopata mi inizio a parlare di libri scritti da un docente universitario di neuropatologia Prof. Dott. Casimiro Frank, e di alcune scoperte che lui aveva fatto, incuriosito ascoltavo attentamente fino a quando mi chiese se avessi modo e tempo di leggere i suoi libri, gli dissi che sicuramente sarei stato felice di dedicarmi a questa lettura, così dopo qualche settimana mi ha spedito i libri tramite corriere, i volumi erano 4, dove il Dott. Frank spiegava dettagliatamente sia l’anatomia, la fisiologia, la fisopatologia, e la fisica del cervello cosi bene che ne sono rimasto colpito, i suoi scritti non parlano più di neurologia o neuropatologia ma bensì di un concetto diversificato è cioè di Biopsicologia, facendo una ricerca bibliografica sull’ OPAC, i suoi scritti in tutto sono 17 e cercherò di recuperarli tutti, non entro nel merito della lettura ma posso solo dire che tanti concetti del Dott. Frank, si sposano bene con l’osteopatia modificando sicuramente le tecniche di intervento, in tutto questo ciò che mi sono chiesto e che mi ha fatto riflettere leggendo tali libri è stato la grande affinità con i concetti del Dott. Lipton Bruce ed allora mi sono posto qualche domanda a cui chiedo a voi la collaborazione di rispondere.
Il Dott. Bruce Lipton dice che:
Quando ci guardiamo allo specchio, il nostro riflesso, ci rimanda un immagine di un'unica persona nella sua interezza, ma nella realtà quello che stiamo vedendo non è altro che una comunità di cellule approssimativamente 50 trilioni di cellule che vivono in simbiosi e che tutte insieme svolgono compiti stabiliti dal nostro cervello che purtroppo o per fortuna anch’esso è costituito da cellule, che in questo caso organizzano il lavoro di tutte quante le altre, per cui è il cervello attraverso i suoi influssi che comunica alle altre cellule ciò che devono fare o non fare, la domanda che ci dobbiamo porre a questo punto è:
Chi comanda il nostro cervello?
Bene pensate alla domanda e datemi una risposta, che non sia filosofica ma almeno o in parte scientifica.
Ma facciamo un passo indietro e diciamo che chi comanda su tutto è la nostra mente, per cui ogni funzione che si osserva nel corpo umano, è già presenta in ogni cellula, in quanto se siamo una comunità di cellule, questo vuol dire che ogni cellula è un entità vivente a se stante, infatti ogni cellula possiede un sistema respiratorio, digestivo ed escretorio, un sistema nervoso ed uno immunitario, per cui se ogni cellula possiede tutto ciò, viene da domandarsi allora:
Chi comanda su chi?
Bene pensate alla seconda domanda e datemi una risposta, che non sia filosofica ma almeno o in parte scientifica.
Il fine è di ricercare nelle vostre risposte, non solo quelle che hanno un concetto più marcatamente scientifico, ma principalmente mettere insieme tutto ciò che è in correlazione e analizzare statisticamente se le conclusioni possono essere considerate valide e scientificamente accettabili tali da poter dare una risposta unica a tutti coloro che ci leggono.
Problematiche cardiache
Nel caso ci siano irregolarità nel funzionamento del cuore, l'osteopatia puo dare sicuramente una mano, non certamente una risoluzione. Alterazioni come tachicardia, extrasistole e quant'altro si possa ricondurre alla pompa cardiaca, sarà possibile agire in maniera oculata e in accordo con lo specialista in cardiologia, su tutta una serie di strutture che possono, attraverso delle normalizzazioni portare il paziente ad avere un beneficio efficace e duraturo. Il trattamento della quinta-settima vertebra cervicale, della prima costa, della quinta vertebra dorsale, della quinta costa lato sinistro, l'agire sull'articolazione costo-condrale della quarta e sesta costa e sui muscoli delle regioni menzionate, sicuramente non sarà una cura , ma un netto miglioramento sarà la regola per questa sintomatologia. A livello alimentare è bene evitare minestre e dieta liquida, caffè, tè e tutte le bevande alcoliche.
Il carico meccanico non predispone alla lombalgia cronica
Il carico meccanico sul rachide legato alla postura, agli stress lavorativi e all' attività fisica del tempo libero è un fattore di rischio per la lombalgia persistente? No, in base a uno studio recente condotto in Olanda.
Bakker ha reclutato 97 pazienti consecutivi con un episodio acuto di lombalgia non specifica dagli studi di 40 medici generici. L'obiettivo dello studio era di determinare se il carico meccanico vertebrale all'inizio dello studio valutato con il questionario "tabella delle 24 ore" (un metodo convalidato) potesse predire lo sviluppo di mal di schiena cronico e/o ricorrente in un periodo di controllo di sei mesi.
I ricercatori hanno valutato anche il ruolo di una serie di caratteristiche quali l'età, il sesso, precedenti episodi di mal di schiena, l'intensità del dolore, la durata del dolore, il fumo, le caratteristiche dell'impiego e la soddisfazione del lavoro.
Gli unici fattori che predisponevano allo sviluppo di dolori cronici o ricorrenti erano il fumo e l'età avanzata, mentre il carico meccanico non aveva nessuna influenza.
Bakker, EuropeanSpine Journal
Esercizi ed equilibrio
Un buon equilibrio richiede apprendimento e pratica. L'allenamento dell'equilibrio dovrebbe far parte di qualsiasi programma di esercizi, in particolare nelle persone anziane che soffrono di patologie destabilizzanti del rachide e nelle persone a rischio di caduta.
Una nuova revisione sistematica della Cochrane Collaboration conferma che gli esercizi possono migliorare l'equilibrio.
Il nostro messaggio è che alcuni tipi di esercizi migliorano le funzioni dell'equilibrio e che non è mai troppo tardi per fare del movimento. In particolare, gli esercizi che mettono alla prova l'equilibrio sono i migliori, afferma Houie.
Per valutare l'efficacia degli esercizi nel miglioramento delle funzioni dell'equilibrio Howe ha identificato 34 studi controllati quasi-randomizzati che comprendono un totale di 2883 soggetti. La maggior parte dei soggetti sono donne sane di età superiore ai 75 anni.
Gli interventi che comprendevano cammino, esercizi di equilibrio, esercizi di coordinazione e funzionali, esercizi di rinforzo muscolare ed esercizi di varia tipologia avevano il maggiore impatto sulle misurazioni indirette dell' equilibrio, secondo Howe.
Però, non è ancora chiaro se interventi di esercizi a breve termine permettano di ottenere miglioramenti a lungo termine, o se l'esercizio deve diventare un modus vivendi perchè i miglioramenti siano mantenuti nel tempo.
Howe, Cochrane Database Systematic Reviews
Come ottenere il rilassamento post-isometrico in una procedura di energia muscolare
Esiste un altro metodo completamente differente per raggiungere lo stesso obiettivo, cioè rilassare muscoli flessori tesi.
Prendiamo ad esempio il braccio; se il braccio, con la sua limitata capacità di allungarsi, viene portato il più possibile in quella direzione (fino al limite di movimento senza dolore), se questa volta si cerca di piegarloinvece di allungarlo e se questo sforzo di piegare il braccio viene ostacolato dall'altra mano, si starà facendo l'opposto rispetto ad un'inibizione reciproca. Il braccio, essendo stato portato al punto di limite, cercherà di piegarsi, ma la contro forza esercitata dalla mano gli impedirà di farlo, in modo isometrico.
Stavolta, i muscoli che si erano accorciati (gli agonisti) si contraggono contro la resistenza e, dopo un periodo adeguato di circa 5-10 secondi di questa contrazione isometrica (senza consentire alcun movimento, solo uno sforzo) si manifesta un nuovo fenomeno. Si tratta del rilassamento post-isometrico. Questo implica che
qualsiasi muscolo o gruppo di muscoli che viene isometricamente contratto è obbligato a rilassarsi in seguito.
Quindi, se un muscolo è teso e viene isometricamente contratto, in una certa misura si allenta e si rilassa successivamente, riuscendo ad allungarsi più facilmente in seguito.
Esercizi per la sindrome cronica da colpo di frusta
Gli esercizi progressivi con orientamento cognitivo comportamentale hanno un impatto modesto sulla sindrome da colpo di frusta cronica, in base ai primi studi randomizzati controllati in questo campo. A breve termine, gli esercizi e i consigli sono leggermente più effficaci dei soli consigli per le persone con dolore e
disabilità persistenti in seguito a colpo di frusta,secondo Stewsrt.
Stewsrt ha confrontato gli effetti di un protocollo individualizzato di esercizi/attività fisica più programma educativo al solo programma educativo, in un gruppo di 180 soggetti con dolore e disabilità da almeno tre mesi in seguito a colpo di frusta. Il protocollo di esercizi aveva una durata di sei settimane, con tre sedute di un’ ora le prime due settimane, due sedute la terza e la quarta, e 1 seduta la quinta e la sesta. Ogni partecipante ha eseguito esercizi aerobici, stretching, attività funzionali, attività per migliorare la velocità, la resistenza e la coordinazione, ed eserciri di rinforzo del tronco e degli arti. I pazienti hanno eseguito anche degli esercizi a domicilio. Gli esercizi sono stati più efficaci nel sottogruppo di pazienti con livelli più elevati di dolore e di disabilità funzionale.
Malgrado questi risultati siano modesti, sono incoraggianti. perché nessun altro tipo di trattamento conservativo è stato convalidato con studi randomizzati controllati.
Stewart,Pain