Informativa

Cirillo Miriani

Cirillo Miriani

Mercoledì, 29 Ottobre 2014 11:34

Alterazioni neurologiche del piede

piedi

 

Moltissime patologie neurologiche possono alterare e modificare in modo significativo la struttura e la funzionalità del piede, in quanto modificano l'atteggiamento posturale della persona che ne risulta affetta. La postura dipende da fattori riflessi, meccanici e psicologici. Meccanicamente il piede contribuisce, con il capo, la colonna, le anche e le gambe, al mantenimento di una normala postura. Il tono muscolare, fenomeno diorigine
riflessa, è regolato ai fini del controllo posturale dal cervelletto e dal sistema propriocettivo dell'organismo, che comprende apparato visivo, labirinto, fusi neuromuscolari. Anche fattori psicologici e particolari stati ansiosi possono modificare la postura e produrre alterazioni a livello del piede. Le alterazioni posturali da patologie neuroIogiche possono interessare la postura eretta, seduta e supina. Il piede neurologico andrà, pertanto, esaminato osservandolo nelle suddette posizioni. All'ispezione del piede neurologico in posizione eretta.

Nell'emiplegico che cerca di deambulare, si osserverà difficoltà l’incapacità nella dorsi-flessione del piede, a causa dell’ipostenia e dell'ipertono estensorio della gamba, che riduce la capacità di flessione dell'arto. Durante il passo, per sollevare da terra le dita del piede, la pelvi si inclina dal lato opposto; tutto l'arto effettua una circonduzione e l'avampiede si appoggia prima del calcagno.

Nel paraplegico si osservano difficoltà di deambulazione dovute a spasticità e rigidità articolare: posizione inclinata in avanti, passi piccoli e lenti, difficoltà all'appoggio del tallone, tendenza a incrociare gli arti inferiori.

Nell’atassico sensitivo o cerebellare (sclerosi multipla) esiste mancanza agli arti inferiori di quasi tutti i movimenti  attivi e diminuzione del senso di posizione; il paziente deambula a base allargata e guarda il pavimento spingendo i piedi in avanti in modo scoordinato.

Nelle neuropatie diabetiche si può osservare, in alcuni casi, il piede dondolante, a causa di ipostenia o paralisi della flessione dorsale, come si osserva peraltro in alcune lesioni radicolari di L5.

Ciò provoca andatura steppante, con incapacità a sollevare il piede da terra.

Nel morbo di Parkinson e nell'arteriosclerosi la deambulazione avviene a piccoli passi e con base allargata, con tendenza alla latero-retropulsione.

Spesso il paziente, a capo chino, fa fatica a iniziare il passo, e durante il cammino tende ad accelerare inseguendo il suo baricentro.

Fazio C., Loeb C. Neurologia, Roma: SEU 1980.

Venerdì, 17 Ottobre 2014 10:28

Sindrome del collo rigido

collo

Questa sindrome è dovuta principalmente ad un attivazione permanente dei muscoli elevatore della scapola, muscoli cervicali posteriori e trapezio, questa contrazione eccessiva di tali muscoli comporta quasi sempre una cefalea da tensione la quale molto spesso viene attribuita erroneamente al muscolo sternocleidomastoideo (SCOM), al quale possiamo sicuramente accollare disturbi ipsilaterale come sudorazione della fronte, arrossamento delle congiuntivite la lacrimazione dell’occhio, rinite e ptosi, ma molto raramente questo muscolo causa la sindrome del collo rigido, che di per se è una limitazione dei movimenti del collo, eccezionalmente lo stesso  SCOM può creare una limitazione in rotazione, flessione ed estensione, ma esclusivamente nei movimenti massimali e di fine corsa, ricordiamo che gli SCOM sono muscoli accessori della respirazione che si attivano soltanto quando il capo e il collo sono in posizione eretta o di iperestensione, inoltre stabilizzano insieme al trapezio la posizione del capo e della mandibola, quando si mastica, si parla o si mangia, e contribuiscono all’orientamento spaziale, alla percezione del peso e al coordinamento motorio, la perdita dell’ingresso sensitivo a livello di C1-C2 e C3 crea un disorientamento spaziale e  una mancanza di equilibrio.

Il problema dunque è di stare attenti quando si presentano pazienti che lamentano dolore alla parte posteriore e laterale del capo e del collo, tale che la pressione generata di notte dalla testa sul cuscino diventa praticamente intollerabile, solitamente i movimenti del collo nelle varie direzione risultano limitati dal dolore della trazione delle contratture muscolari, in particolare dal semispinale del capo, semispinale del collo e dal multifido, questi muscoli possono determinare la compressione del grande nervo occipitale che a sua volta genera intorpidimento, parestesie e dolore urente al cuoio capelluto sovrastante la regione occipitale, molto spesso notiamo anche un occipite anteriore unilaterale con coinvolgimento dell’atlante  e conseguente posizionamento in strain rotazionale dell’epistrofeo, e norma chiedere al paziente se trova beneficio  o sollievo quando si somministra calore o freddo, con questo possiamo fare diagnosi differenziale, il beneficio del calore comporta una condizione di tipo muscolare o articolare, mentre il freddo ci suggerisce la componente puramente neurogena.

Non dimentichiamo che una costrizione dei muscoli cervicali posteriori, diminuisce il loro flusso ematico e di conseguenza entra in un circolo vizioso che passa da contratture da stato posturale a contratture per mancanza di apporto ematico o di entrambe le condizioni, e bene ricordare che una lesione iliaca primaria discendente anteriore determina una problematica al muscolo quadrato dei lombi che a sua volta attraverso la catena cinetica posteriore ha un riflesso su C7, inducendo un mal posizionamento di tale vertebra con la conseguenza di una verticalizzazione dell’intero tratto  cervicale, dal basso verso l’alto attraverso la costrizione dei multifidi che inferiormente si inseriscono sui processi articolari da C4 a C7 e le loro fibre incrociano da 2 a 4 vertebre insieme ai rotatori posti sotto i multifidi che hanno connessioni simili ma sono più brevi e connettono vertebre adiacenti, in questo senso se la componente rotazionale della vertebra viene a mancare la lesione secondaria in ERS si instaura sulle ultime vertebre cervicali.

Ebbene fare sempre una buona valutazione funzionale, prima di intervenire, altrimenti si corre il rischio di non avere un benefico efficace e duraturo nel tempo.

cervicale

In questo procedimento clinico, un gruppo di ricerca di tre osteopati formatosi all’estero e affiliati all’Accademia tedesca di Osteopatia e al College Europeo di Osteopatia studiava l’applicazione della manipolazione osteopatica per il dolore cronico non specifico al collo. La qualità di questo procedimento clinico controllato si può paragonare favorevolmente ad un simile procedimento condotto in Spagna (Man.Ther. 2009; 14:306-313).

I ricercatori tedeschi reclutavano 41 soggetti dall’area metropolitana di Monaco. Tutti i soggetti avevano una storia di dolore al collo cronico non specifico che durava almeno da tre mesi. Tutti i soggetti mostravano anche una disfunzione osteopatica in quattro o più delle sette aree della spina dorsale cervicale studiate e riportavano un livello di dolore 4 o anche più alto su una scala soggettiva di 10 punti. Criteri di esclusione comprendevano: trattamento manipolativo negli ultimi tre mesi, disordini circolatori dell’arteria vertebrale, e recente sindrome da colpo di frusta.

Ai soggetti veniva assegnato a caso sia un intervento (n. 23) che un gruppo di controllo. Si richiedeva loro di compilare un questionario medico e un diario durante tutto il procedimento terapeutico. I medici esaminavano tutti i soggetti e prendevano immagini radiografiche della spina dorsale di ogni soggetto. La prima misura che risultava era il livello di dolore registrato da ogni soggetto. Le misure secondarie rilevate, erano i risultati del questionario del Northwick Park sul dolore e il questionario validato in formato breve di 36 punti  basato su studi e risultati medici tedeschi.

Tutti gli interventi erano forniti dai ricercatori, tre osteopati formatisi all’estero che lavoravano in Germania come fisioterapisti e heilpraktiker (cioè professionisti in medicina naturale). Ogni quattro dieci giorni, i soggetti di entrambe i gruppi di studio erano sottoposti a una sessione di trattamento di 45 minuti che consisteva in una valutazione strutturale osteopatica (2 minuti). Anche il gruppo di intervento  riceveva 30 minuti di manipolazione osteopatica a sessioni alterne ( cioè, ogni 12-20 giorni). Per il gruppo di intervento venivano usate tecniche craniali e viscerali dirette (alta-velocità, energia muscolare, rilascio miofasciale) e indirette (tecniche funzionali, tensione bilanciata dei legamenti). I ricercatori non sviluppavano nessun protocollo manuale placebo per questo intervento. Il protocollo di studio consisteva di un totale di nove di queste sessioni e due successive interviste post trattamento.

I soggetti segnalavano gli indici di dolore ad ogni visita e mandavano via mail un questionario finale ai terapisti una settimana dopo l’ultima sessione di trattamento. Inoltre, i ricercatori seguivano tutti i soggetti per telefono nei tre mesi successivi all’intervento.

Un soggetto del gruppo dell’intervento si ritirava dallo studio per motivi sconosciuti. Due soggetti del gruppo di controllo si ritiravano dallo studio a causa dell’aggravarsi del dolore .

Non esistevano differenze significative nelle caratteristiche demografiche di ciascun gruppo. 

Usando la scala soggettiva di dolore, il gruppo sperimentale riportava livelli stabili decrescenti di dolore a tutte e nove le visite, con ulteriore riduzione di dolore riportata nei tre mesi successivi. La scala di dolore permetteva ai soggetti di riportare annualmente l’intensità del dolore al momento di ogni visita clinica, come pure l’intensità di dolore media e maggiore entro una settimana di tempo fino ad ogni visita. Differenze nell’intensità di dolore reale e maggiore tra i due gruppi si avvicinava, ma non raggiungeva, significatività statistica per ognuna delle nove visite di trattamento in una settimana di successivo post-trattamento. Tuttavia, per questo periodo, le differenze nell’intensità media di dolore per la settimana  per ciascuna visita erano statisticamente significative (P –dolore -<.017). 

Quando si calcolarono i dati del post trattamento di tre mesi, gli indici di dolore per il gruppo dell’intervento erano notevolmente più bassi di quelli del gruppo di controllo per l’intensità reale (P<.031) e media del dolore (P<.009). durante le nove visite di trattamento e il successivo post trattamento, l’intensità media del dolore diminuiva di 2.5 punti per il gruppo dell’intervento, ma solo 0.7 punti per il gruppo di controllo (P=017; 95% CI-3.13 a -0.32). Quando i dati dei successi 3 mesi furono inseriti, l’intensità diminuiva di 2.8 punti per il gruppo dell’intervento e di 1 un punto per il gruppo di controllo (P=.009;95% CI, -3.07 a -0.48).

Risultati secondari dal Questionario del dolore di Northwick Pak mostrava riduzioni nel dolore per il gruppo dell’intervento, con P=.045 durante il post trattamento e P=.011 nel successivo trattamento di una settimana.

Lo studio degli autori rivelava che il tempo addizionale impiegato per la manipolazione osteopatica durante ogni visita alterna del gruppo dell’intervento potrebbe aver avuto effetti sui risultati dello studio. Tuttavia data la magnitudine delle differenze, essi ritenevano che l’effetto fosse trascurabile. Gli autori ipotizzavano, inoltre, che la continua riduzione del dolore riportata dal gruppo dell’intervento nel trattamento successivo di tre mesi poteva essere messa in relazione con il principio osteopatico della stimolazione della naturale abilità di guarigione del corpo.

Di particolare interesse per i ricercatori medici osteopati è la natura del protocollo di trattamento. Il protocollo per questo studio tedesco era un approccio del tipo “tratta quello che trovi con ciò che funziona meglio”, che è l’approccio tradizionale nella pratica clinica dei medici osteopati. Dalla prospettiva del progetto di ricerca, la combinazione, il numero, e la sequenza di tecniche usate probabilmente non potrebbero essere duplicati in un altro studio – anche se condotto dagli stessi osteopati – a causa della variabilità del soggetto. Gli autori giustificano questo protocollo sulla base del fatto che esso rappresenta ciò che avviene nella pratica reale. Da un punto di vista scientifico, la giustificazione di questo protocollo è discutibile. Tuttavia, esso testimonia un maggiore interesse in futuro per la medicina manuale.

Al momento un consorzio di ricercatori osteopati incluso il Centro di Ricerche Osteopatico e l’Istituto di Ricerca A.T. Still prende in considerazione piani per uno studio osservativo su larga scala, simile allo studio Framingham (JAMA 1989;262.41-44), in quella che sarebbe una cura primaria e longitudinale di copertura praticata da tutti i medici, DOs- molti dei quali userebbero ampiamente il trattamento manipolativo osteopatico- e MDs. Se lo studio proposto fosse condotto, il trattamento manipolativo osteopatico usato non sarebbe una serie di tecniche fisse o un protocollo rigido, ma assomiglierebbe al progetto utilizzato dallo studio tedesco- HHK.

                                                                         Schwerla F et al. Forsch Komplementmed. 2008;15:138-145

 

A livello del piede una distorsione laterale della caviglia, può causare una rottura della sindesmosi, se non riconosciuta e trattata correttamente c'è il rischio si sviluppare una artrosi e una instabilità della caviglia, è quindi estremamente necessario che l'osteopata si consapevole di questa lesione e che ponga la diagnosi in modo adeguato attraverso la raccolta accurata dell'anamnesi, la localizzazione del dolore alla palpazione, la valutazione della stabilità e gli esami radiologici. 

torace

La tecnica del tratto spinale toracico era l’intervento sperimentale primario usato in questo procedimento clinico condotto dalla Scuola di osteopatia di Madrid in Spagna. La manipolazione del tratto toracico spinale – l’unica procedura manuale usata in questo studio – è identica alla tecnica di trattamento osteopatico manipolativo per la spina dorsale medio e alto toracica. L’articolo riporta un’illustrazione da Manipolazione della Spina Dorsale, Torace e Bacino: una prospettiva osteopatica (Churchill Livingstone, 2005) ma la tecnica illustrata è virtualmente identica a quella praticata da molti medici osteopati e appare in Una pratica illustrata di Osteopatia – 1908 (Il Museo Nazionale Osteopatico, 2005).

In questo procedimento, 45 partecipanti (20 uomini e 25 donne) venivano assegnati a caso sia al gruppo sperimentale che di controllo. Tutti i partecipanti avevano dolori al collo acuti ed erano stati indirizzati dai medici del pronto soccorso ad una terapia clinica fisica. I criteri di esclusione comprendevano una storia di colpo di frusta e terapia spinale manipolativa nei due mesi precedenti.

Entrambe i gruppi ricevevano sei sessioni (due sessioni a settimana per tre settimane) di elettroterapia standard ( stimolazione nervosa elettrica transcutanea applicata per 20 minuti alla vertebra C7), terapia termale superficiale (lampada ad infrarossi applicata a 50 cm dal collo del soggetto per 15 minuti) e massaggio con un tessuto morbido. Inoltre, quelli del gruppo sperimentale ricevevano una manipolazione del tratto toracico una volta a settimana.

Si praticarono tre misurazioni dei risultati. I dati venivano raccolti alla prima visita clinica (riferimento) e una settimana dopo la visita clinica finale. I soggetti riportavano il dolore al collo utilizzando una scala di valori soggettiva di 11 punti.

In più, l’effetto del dolore al collo sulle attività della vita quotidiana fu determinato usando il questionario del dolore al collo del Northwick Park. La gamma di mobilità cervicale fu valutata con un goniometro cervicale.

Tutti i partecipanti completarono il procedimento; alle visite mancate furono applicate analisi ITT ( Intention-to-treat, analisi basata sugli intenti iniziali del trattamento). Mentre entrambe i partecipanti dei gruppi sperimentale e di controllo mostravano miglioramento su tutte e tre le misurazioni dei risultati, i soggetti che ricevevano la manipolazione toracica mostravano miglioramenti statisticamente molto più significativi. Un’analisi ripetuta delle misurazioni interattiva delle variazioni mostrava una significatività statistica per l’intensità del dolore (P<.001) e disabilità (P<.001). Si registrava una diminuzione di 2-3 punti di riduzione nel dolore riportato dal riferimento (prima visita) fino a una settimana del procedimento terapeutico successivo per i partecipanti che avevano ricevuto la manipolazione toracica . Le differenze tra i gruppi erano di 10.6 gradi per la flessione; 9.9 gradi per l’estensione, 9.5 e 8 gradi per la flessione laterale destra e sinistra, rispettivamente, e 9.6 e 8.4 gradi per la rotazione destra e sinistra rispettivamente.

All’effetto significativo di questo intervento singolarmente semplice è data forzatamente una misura di campione limitata. La procedura manipolativa fu applicata in un tempo molto breve- sebbene non fosse specificato nell’articolo, la letteratura citata come precedente questo studio descriveva la procedura prendendo 15 secondi dall’inizio alla fine (Clealand et al. Man Ther. 2005; 10:127-135). Questo breve periodo assegnato per la procedura manuale mediava contro la possibile critica che differenze statistiche significative furono osservate nei dati del gruppo sperimentale solo perché quei partecipanti ricevevano un intervento più lungo.

I maggiori limiti dello studio erano la sua breve durata di 5 settimane e il reclutamento dei soggetti da un unico sito. Dal momento che la visita di controllo avveniva una settimana dopo il trattamento finale, non si sa quanto durarono i cambiamenti positivi. Inoltre, la possibilità di generalizzare sarebbe stata più efficace con un progetto multicentrico. Gli autori informavano inoltre che altre procedure manipolative toraciche potrebbero essere più efficaci e suggerivano un ulteriore studio.

Gli autori poterono solo riflettere sul possibile meccanismo di azione per la manipolazione toracica. 

Non si sa se l’effetto fosse segmentale o centrale o se una riduzione nello spasmo muscolare o un accresciuto gioco dell’articolazione inter-segmentale mediava i miglioramenti osservati. La prossimità breve delle strutture da medio a alto toraciche alle strutture cervicali e le dirette connessioni via legamenti  (ad esempio : interspinoso) e muscoli (es. il trapezio), suggerisce sia possibilità biomeccaniche che neurologiche- coerenti con il principio osteopatico che struttura e funzione sono correlate.

Mentre le linee guida pratiche per trattare il dolore cronico al fondo schiena includono la manipolazione spinale, e ulteriori ricerche sono necessarie per stabilire la sicurezza e l’efficacia di questa modalità di trattamento, specialmente sulla possibilità di una compromissione dell’arteria vertebrale. Questo procedimento terapeutico spagnolo aggiunge al crescente numero di prove che supportano l’uso della manipolazione spinale per il trattamento del dolore al collo.

Gonzàles et Iglesias J et al. Man Ther.2009;14:306-13.

Giovedì, 04 Settembre 2014 11:09

Inadeguadezze nutrizionali

Le sostanze nutrienti di particolare importanza nei pazienti con una sindrome algica muscolo-scheletriche, sono le vitamine idrosolubili del gruppo B; B6, B12, l'acido folico, la vitamina C, ed alcuni elementi, in particolare il calcio, il ferro ed il potassio.

Quasi metà dei pazienti che vediamo con un dolore osteo-articolare-muscolare cronico necessita, per un sollievo prolungato, di una correzione delle inedeguatezze vitaminiche. La complessità di questo argomento va di pari passo con la sua importanza. Questa complessità è aumentata dall'interdipendenza di alcune vitamine, dalle variazioni individuate dei sistemi enzimatici umani, e dalla variabile risposta degli individui alle alterazioni metaboliche.
Sebbene i fattori nutrizionali non siano menzionati nell'ambito dell'osteopatia, essi devono essere considerati nella maggioranza dei pazienti se si vuole ottenere un durevole sollievo dal dolore.

Una vitamina è una sostanza nutritiva che ha un ruolo essenziale nel normale metabolismo corporeo come coenzima di un enzima, ma non è sintetizzata dal corpo. La necessità di una migliore nutrizione può manifestarsi a 3 livelli:

1) Insufficienza vitaminica.

2) Carenza vitaminica. 

3) Dipendenza vitaminica.

 

Giovedì, 04 Settembre 2014 10:30

Tensioni posturali

Posture

In questo articolo vengono considerate le tensioni posturali dovute a sedili non corretti, a postura inadeguata, ad abuso dei muscoli e all'immobilità.

Sedili non Adatti.

Il sedersi a lungo su di una sedia non studiata per il confort, o su di una sedia ben progettata usata per lo scopo sbagliato, stanca rapidamente e sovraccarica i muscoli. Bisognerebbe sedere in modo tale che, quando i muscoli si rilassano ed il corpo tende ad infossarsi, la postura corrente viene mantenuta dalla sedia e non dallo sforzo prolungato dei muscoli.  E’ la sedia che dovrebbe fare il lavoro.

Travell ha elencato 9 errori, comuni dalla maggioranza delle sedie domestiche:

  1. Non vi è supporto per la parte inferiore del dorso.
  2. I braccioli sono troppo bassi o troppo alti.
  3. Lo schienale, nella sua parte superiore, è troppo incavato.
  4. Lo schienale è quasi verticale.
  5. Lo schienale è corto e non sostiene la parte superiore del dorso, c’è un effetto di coltello a serramanico alle anche e alle ginocchia;
  6. Il bordo anteriore del sedile è troppo alto, bloccando il circolo delle gambe.
  7. La parte centrale del sedile è troppo soffice, creando un effetto di catino che piazza il carico sulle parti esterne delle cosce piuttosto che sulle prominenze ossee delle natiche.
  8. Un eccellente sedia può essere della misura sbagliata per voi.
  9. Le proporzioni corporee alla base della progettazione di sedie confortevoli devono essere meticolosamente dettagliate, inoltre il valore di un adeguato supporto lombare e di notevole aiuto nei sedili automobilistici che sono tra i più traumatizzanti in questo senso.

Una Postura Scorretta.

Questa è un'altra frequente causa di tensione muscolare cronica. Comuni esempi di postura scorretta, che contribuiscono ad una frenetica attività muscolare, sono una posizione non fisiologica ad un banco o una superficie di lavoro e/o una flessione della testa dovuta ad occhiali da lettura scarsamente adattati.

Il materiale di lettura e di copia dovrebbe essere posto a livello dell'occhio per evitare una prolungata deviazione in avanti della testa e per alleggerire i muscoli posteriori del collo e dalla parte superiore del dorso dal prolungato sovraccarico necessario per il controllo del capo. La correzione di una postura cifotica, a spalle tonde, in posizione eretta  e seduta da sollievo ai muscoli della parte superiore del dorso ed ai muscoli più caudali del dorso, e attenua l'accorciamento cronico dei muscoli pettorali, dovuto alla postura con le spalle arrotondate. La posizione eretta, con il peso sui tacchi, tende a spostare la testa in avanti come contrappeso, il che provoca la perdita delle normali curve lordotiche cervicali e lombari.

Una disabilità che influenzi continuamente la postura, come una sordità unilaterale o un vecchio trauma che limita l'ampiezza di movimento, sono importanti cause di stress muscolare cronico.

Altre comuni cause di tensione posturale includono la cattiva posizione di materiali con i quali la persona sta lavorando: ad esempio, è opportuno evitare di mettere una copia a lato, senza uno stativo, scrivere nel grembo e usare i muscoli del collo e della spalla per tenere il ricevitore del telefono contro l'orecchio.

Abuso dei Muscoli.

Normalmente abusiamo dei muscoli con una carente meccanica corporea che rende i movimenti inutilmente stressanti, con una sostenuta contrazione isometrica o con l'immobilità dei muscoli, con troppe ripetizioni dello stesso movimento o con dei movimenti  eccessivamente veloci ed a scatto. Un comune esempio di carente meccanica corporeasta nel piegare il busto in avanti,  ruotandolo per sollevare un oggetto da uno scaffale o dal pavimento. Lo stesso effetto viene spesso prodotto quando ci si piega sul lavandino per lavarsi i denti o ci si china in avanti per sedersi o alzarsi da una sedia, invece di usare la tecnica seduto-eretto o la tecnica eretto-seduto.Stando su una sola gamba per infilare una gonna o pantaloni si facilita lo stiramento dei muscoli glutei e della parte inferiore del dorso; si dovrebbe sedere per vestirsi, o almeno appoggiare il peso ad un supporto. Quando si scrive, la pressione sulla carta di una penna a sfera di piccolo calibro, tenuta verticalmente, sovraccarica i muscoli intrinseci della mano; l'uso di una penna con la punta di feltro, tenuta a piatto, ha meno probabilità di perpetuare compensi posturali.

Tra le attività che creano problemi dovuti a contrazione prolungata, le più traumatizzanti sono "arrampicarsi" ad una macchina da scrivere posta troppo in alto, inbiancare il soffitto, appendere le tende, tenere una sega elettrica o un’altro attrezzo pesante in posizione fissa, tenere una corda tesa su una barca, o puramente star fermi in un singolo posto ad esempio stare rigidi nell'attenti militare o avere una forte tensione muscolare per l'impazienza.

Una prolungata posizione di accorciamento sostenuta dei muscoli del polpaccio è causata anche dal portare scarpe con il tacco alto.

Immobilità.

La mancanza di movimento, specialmente quando un muscolo è in posizione accorciata, tende ad aggravare ed a perpetuare i compensi posturali. Questo si verifica comunemente: quando la gente dorme in una posizione che mette in accorciamento gli arti; quando il muscolo non può essere mosso in tutta la piena ampiezza di movimento per una frattura, deformità, o malattia articolare; in individui che si concentrano su una attività, come scrivere o leggere, con tale attenzione che dimenticano di cambiare regolarmente di posizione; quando i pazienti hanno acquisito l'abitudine di limitare
i movimenti per il dolore; o anche perchè gli è stato consigliato di limitare i movimenti di quella parte del corpo.

Un movimento ripetitivoe frequente può sovraccaricare i muscoli. Quando il paziente dice "non posso farlo ... senza che faccia male", può darsi che essi provino spesso a fare tale movimento per vedere se quel dato movimento precedentemente doloroso, può esser fatto senza dolore. Ripetuto dozzine di volte al giorno, questo studio inconscio può servire da attività di stress  e comportare una perdita di compenso muscolare.

La malocclusione dentale, il brussismo, e la tensione emotiva possono interagire per sovraccaricare i muscoli masticatori del collo, producendo gran parte del dolore del capo e della faccia delle sindrome algiche-disfunzionale miofasciale.

Alcuni individui hanno sviluppato negli anni il carattere a scatto dei loro movimenti. Il movimento rapido che inizia e si ferma improvvisamente mette in eccessiva tensione i muscoli.
L'efficenza ottimale viene mantenuta da movimenti coordinati e continui.

Costrizione dei Muscoli

La pressione costrittiva prolungata su di un muscolo, ad esempio dalla pressione della cinghia di una borsa pesante appesa alla spalla, o da una spallina troppo stretta del reggiseno, che sostiene delle mammelle pesanti e incide sul trapezio superiore. La compressione della giarrettiera compromette il gastrocnemio; Il reggiseno troppo stretto sul torace comprime il grande dorsale; il collo della camicia troppo stretto o una cravatta stretta compromettono lo sternocleidomastoideo: una cintura stretta in vita preme sui muscoli paravertebrali e sugli obliqui e retti addominale. La parte anteriore del sedile della sedia, cosi alta che i piedi non poggiano perfettamente sul pavimento, comprime i muscoli gemelli: la mano dovrebbe scivolare agevolmente sotto la coscia, il che assicura un'ampio spazio tra la coscia e il sedile.

Martedì, 02 Settembre 2014 11:55

Osteopatia e malattia intestinale infiammatoria

La colite ulcerosa e il morbo di Crohn sono malattie infiammatorie relativamente comuni del tratto gastrointestinale che hanno cause sconosciute. Una combinazione di anomalie nella genetica, nel sistema immunitario, e nel microbioma intestinale, possono causare la malattia infiammatoria intestinale (IBD). La maggior parte dei pazienti con IBD vanno dai 17 ai 20 anni e la prima diagnosi generalmente gli viene fatta dal medico curante che a sua volta indirizza il paziente al gastroenterologo o al chirurgho  i quali con un esame endoscopico rilevano  la malattia e danno una cura per la gestione dell'IBD, ma molto spesso questi pazienti non ricevono adeguate linee guida per il mantenimento della salute, gli Osteopati possono in questo caso dare un assistenza primaria e svolgere un ruolo fondamentale nella cura dei pazienti con IBD, capiscono quali aree del corpo sono state colpite dalla malattia attraverso uno screening e un costante monitoraggio del soggetto, eseguendo normalizzazioni osteopatiche atte a  mantenere i pazienti in buona salute e con la più alta qualità di vita possibile.

  1. Jack D. Bragg, DO
  1. Address correspondence to Jack D. Bragg, DO, Division of Gastroenterology & Hepatology, School of Medicine, University of Missouri Health System, 1 Hospital Dr, DC043.00, Columbia, MO 65201-5276. E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Martedì, 26 Agosto 2014 10:09

Contro-Meccanica e postura

contromeccanica

Immaginate di stare in piedi con le braccia lungo i fianchi e quindi, quando vi viene dato il comando, di sollevare un braccio quanto più rapidamente possibile, fino al livello della spalla. Da dove pensate che provenga la prima attività muscolare associata con questo movimento? La maggior parte di voi potrebbe pensare che provenga dalla muscolatura della spalla, ma di fatto questi muscoli nella sequenza degli eventi vengono attivati relativamente tardi. I primi muscoli che si contraggono, circa 80 msec prima che sia rilevabile un' attività elettromiografica notevole nella muscolatura della spalla, sono i muscoli della parte inferiore del tronco e delle gambe (Belen'kii, Gurfinkel, Paltsev, 1967).

Quest'ordine di attivazione muscolare può sembrare strano, ma operare in questo modo è veramente una soluzione brillante da parte del sistema motorio infatti esso procede in Contro-Meccanica. Dal momento che i muscoli della spalla sono meccanicamente vincolati al resto del corpo (il dorso e le braccia), la loro contrazione incide sulla postura. Se non vengono effettuate compensazioni preparatorie in Contro-Meccanica della postura, sollevare il braccio porterebbe ad uno spostamento in avanti del centro di gravità causando una leggera perdita dell' equilibrio. Il sistema motorio tiene conto di questo potenziale problema programmando inizialmente le modificazioni Biomeccaniche posturali appropriate, anziché richiedere al corpo di fare aggiustamenti a posteriori dopo che l'arto superiore ha già iniziato a muoversi, così facendo agisce in Contro-Meccanica anticipando il movimento che deve avvenire in secondo momento.

Ci sono forti prove a sostegno del fatto che questi aggiustamenti posturali preparatori fanno veramente parte del programma motorio per il movimento degli arti superiori (W.A. Lee, 1980).

Quando vengono organizzati i movimenti delle braccia, il programma motorio contiene istruzioni per aggiustare la postura e, poi per muovere il braccio, cosicché l'azione viene realizzata come un insieme unitario e coordinato. Perciò non dobbiamo pensare al movimento dell'arto superiore e al controllo della postura come a eventi separati, ma semplicemente come parti diverse di un'azione integrata che fa sollevare il braccio e al tempo stesso consente di mantenere l'equilibrio. E interessante notare che questi aggiustamenti posturali preparatori svaniscono dalla registrazione elettromiografica quando i soggetti si appoggiano a un qualche tipo di supporto prima di realizzare il movimento del braccio.

Il sistema intelligente, apparentemente, si accorge che la preparazione, anticipata della postura non è necessaria per quel tipo di situazione, per cui procede secondo schemi puramente Biomeccanici.

Sabato, 02 Agosto 2014 10:14

Auto-Trattamento per la laringite cronica

E' un infiammazione cronica della mucosa della laringe, le cause possono scaturire da, catarro che coinvolge le vie respiratorie, l'uso eccessivo e improprio della voce, l'inalazione di polveri o sostanze chimiche e alcolismo. Non di rado, disturbi gastrici sono l'origine di questa condizione, i sintomi vanno dalla  sensazione di solletico alla gola, alla voce rauca, il paziente è turbato dalla tosse persistente e espettorato di muco biancastro. Un esame della laringe rivelerà una condizione iperemica e di congestione nonchè piccole granulazioni in alcune parti della mucosa, le corde vocali si presentano arrossate.

Auto-Trattamento

1.  Rilassare accuratamente tutti i tessuti del collo, sia nella parte anteriore che posteriore, con un lieve massaggio.

2. Massaggiare i muscoli della parte superiore del petto.

3. Eseguire una respirazione prevalentemente toracica, inspirando profondamente ed espirando lentamente.

4. Aprire la bocca contro resistenza.

5. Premere con il dito sotto il palato duro.

6. Applicare una vibrazione con il dito indice sulla regione appena sotto il lobo dell'orecchio, (stimolazione del nono, decimo e undicesimo nervo).

7. Applicare un lieve pressione con le 4 dita unite, lungo la trachea e la laringe, una volta a dx poi a sx, mai insieme.

8. Porre le 4 dita chiuse ai lati della trachea partendo da sotto la mandibola, eseguire un lieve spostamento da dx a sx e da sx a dx, scendendo fino alla base del collo, senza applicare nessuna pressione. 

Eseguire l'auto-trattamento tutti i giorni per 20gg.

Il trattamento se eseguito dal tuo Osteopata di fiducia, con tecnica più affine a tale problema può dare un sollievo immediato e duraturo.